lunedì 27 febbraio 2012

Una cura riCostituente per l'Italia

In Italia la madre di tutti i problemi si chiama Costituzione. Non dobbiamo avere paura di dirlo. La nostra carta fondamentale, con il suo sottile sistema di equilibri e bilanciamento di poteri, nacque con un fine preciso: evitare  il rischio di un ritorno alla dittatura(si era nel 47-48). L'intento non va ricercato tanto nei lavori preparatori, quanto nella lettura stessa del testo e nella struttura. Tra tutte le Costituzioni dei paesi occidentali quella italiana è una delle più lunghe ed una delle poche che non si limita ad enunciare i principi fondamentali dell'ordinamento, ma entra nel merito di alcune questioni, lasciando alle leggi ordinarie pochissimo spazio di azione,  reso ancora più angusto dal rischio d'incorrere nella mannaia della corte costituzionale.Evidente il paradosso di fondo:proprio la carta che ha messo il parlamento al centro del sistema repubblicano, risucchiando prerogative al governo, ne ha sin da subito, con la sua presenza, ridotto il raggio d'azione. Senza entrare nel dettaglio tecnico, si possono ipotizzare dei progetti di riforma che mutino il nostro assetto costituzionale, salvaguardando solo principi fondamentali e diritti e doveri dei cittadini. Il parlamento deve mantenere la sua funzione di organo centrale, ma maggiori prerogative dovrà avere il governo. Il presidente del Consiglio dovrebbe acquisire il ruolo di un vero e proprio primo ministro, con possibilità di nominare i ministri, dichiarare la crisi di governo e avere maggiori poteri. Fondamentale semplificare il sistema legislativo. Una sola camera che fa le leggi ed un senato organo di controllo, con potere di chiedere, per determinate questioni, un esame congiunto. Queste le tematiche più impellenti. Poi toccherebbe a giustizia e sistema fiscale. Ma su questo torneremo un'altra volta. L'obbiettivo finale sarà ottenere uno stato più veloce ed efficiente, dedito al cittadino più che alla partitocrazia, che la costituzione vigente ha costituito a consacrare.