di Luca La Mantia
Viva Zeman e la faccia come il culo di chi dice quello che
pensa. Abbasso l’ipocrisia celata dietro il rigor institutionis (che puzza di
mortis) e il politically correct. Il calcio è una fogna otturata e Abete uno
stagnaro inetto, che invece di sturarla aspetta che trabocchi. C’era bisogno
del boemo per saperlo? No di sicuro. Ma, si sa, in Italia l’ovvietà diventa
motivo di discussione, se a prendersela in quel posto è per una volta chi sta
sui piani alti, del pallone come della politica. Sento di opinionisti e tifosi
con le mani nei capelli per paura di possibili sanzioni. Ma allora siete voi,
in omaggio alla legge delle tre scimmiotte (non vedo, non sento, non parlo),
che certificate in carta bollata l’esistenza di un sistema mafioso, interdetto
alla libertà di pensiero. Ma cosa avrà mai detto Zeman? Che Abete è nemico del
calcio? Non ci vedo niente di male nell’esercitare il proprio diritto a
chiedere un cambio ai vertici della Figc. Del resto chi è questo signor Abete?
Eletto tre volte deputato con la Dc tra il 1979 e il 1992. Fratello di quel
Luigi Abete ex presidente della Confindustria e ora a capo della Bnl. Insomma
il classico pezzo vecchio d’Italia vecchissima propinato sino alla nausea e al
vomito. Uno di quei personaggi che, come la metti la metti, devono per forza
stare a capo di qualcosa. Vicepresidente della Figc sotto l’ex socialista e
sindaco di Roma Carraro (anche lui noto collezionista di poltrone) lo ha
sostituito ai vertici della federcalcio, dopo che si era dovuto dimettere
perché finito in mezzo alle intercettazioni di calciopoli. Negli ultimi mesi,
nonostante il cognome, qualcuno ha provato a smuoverlo l’Abete. La Juventus,
per bocca del presidente Andrea Agnelli, ha detto di non riconoscere il
conteggio degli scudetti ufficiale della Figc e si è tolta dalla maglia le due
stelle dei 20 titoli, per protestare contro le revoche del 2006. Presa di
posizione grave per un tesserato. Ma Abete Luigi non ha fatto niente. Nessun
provvedimento ufficiale. Forse perché gli era esploso tra le mani un nuovo
scandalo: scommessopoli. Dimissioni? Macché figuriamoci. E facciamo finta di
credere che il presidente federale non abbia nessun obbligo di vigilanza. Però
Abete Luigi una volta ha risposto. A Zeman, pensate un po’. Chiedeva il boemo
che un allenatore squalificato non potesse allenare. Cosa illogica pensare che
le pene sportive debbano avere una forza deterrente superiore a quella
attuale…”Zeman sbaglia..Chi non è interessato dovrebbe tacere” disse Abete. E
alla Juve che attaccava pesantemente Palazzi per il deferimento di Conte?
Nulla. Per cui di cosa vi stupite se qualcuno dice che quest’uomo non merita di
stare dov’è.. A maggior conferma chiediamo che Abete deferisca Zeman e lo
squalifichi.. Il boemo non aspetta altro..Per avere ragione.
